martedì 6 novembre 2018

Commenti ai viaggi 2018


Circa un anno fa acquistavo il biglietto per il mio primo viaggio in India con largo anticipo sulla mia data di partenza (marzo 2018) quasi come se avessi voluto mettermi davanti al fatto compiuto impedendomi di cambiare idea.
Da un po' di tempo leggevo articoli, commenti, resoconti su quello che un po' tutti i viaggiatori appassionati considerano il viaggio dei viaggi...l'India...un viaggio fuori e dentro se stessi.
Ma come affrontare un'esperienza del genere?
Nella mia vita ho visitato molti Paesi e sempre in piena autonomia, cercando di entrare a contatto con la realtà dei luoghi e delle persone, mischiandomi il più possibile, evitando i percorsi più turistici e in perfetta libertà.
Ma già dai resoconti che leggevo ho capito che questa volta avrei avuto bisogno di qualcuno al mio fianco...non una guida (odio i viaggi organizzati) ma un compagno...che mi aiutasse a guardare e capire un mondo che sapevo mi avrebbe travolta, senza farmi schiacciare.
Sono sicura che nella vita niente capiti per caso e quando quel giorno a pranzo sono entrata in un ristorantino, dove poi non ho mai più messo piede, e ho trovato proprio vicino al mio tavolo dei bigliettini con su scritto VIAGGI IN INDIA PER DONNE OVER 50 ho capito che era ora di partire...partire per la prima volta da sola, senza l'appoggio di una figura maschile, prendere l'aereo e andare affidandomi a una persona che avrebbe messo a disposizione la sua esperienza di viaggiatrice...non un compagno ma una COMPAGNA di viaggio.
Oggi di quel viaggio non cambierei niente. E' stata un'esperienza totalizzante.
L'India ti sovrasta bombardando i tuoi sensi senza pietà...alla stazione di Delhi in partenza per Agra per un attimo ho pensato"non ce la posso fare"! Gli odori, la puzza, i corpi,il frastuono dei clacson, la polvere...sentivo la nausea salire e una specie di ribellione che mi bloccava...sentivo il mio corpo, la mia mente che cercavano di resistere, si opponevano a tutto quello che vedevano e sentivano. Poi un po' alla volta ho smesso di resistere e mi sono semplicemente lasciata andare. E ho cominciato a distinguere i volti tra la folla, gli occhi grandi e scuri dei bambini, quelli brillanti delle donne e quelli caldi dei vecchi ossuti. Ho cominciato a sentire gli odori, intensi e avvolgenti, a vedere i colori ovunque intorno a me e a sentire i suoni e le voci e l'abbaiare dei cani (tantissimi). 
E mi sono persa, all'alba, sulle sponde del Gange camminando nella semioscurità fra corpi che si denudano prima di affidarsi alle sue acque...Varanasi splendida e magica, anche nei suoi rituali più oscuri con le pire che brillano sui bordi dei Ghat le fiamme e il fumo che si alza...come tutto appare semplice e naturale. E lì ho assaporato il silenzio.
Ho negli occhi e nel cuore tanti momenti di questo viaggio...la salita dalla porta di Galta al Tempio delle scimmie a Jaipur...la città fantasma di Fatephur Sikri e la splendida moschea Jama Masjid...i ragazzi del Progetto Alice seduti in meditazione nel cortile della scuola a Sarnath...lo scintillio del Tempio d'Oro luogo sacro per eccellenza e i bellissimi Sikh con i loro turbanti colorati...
Ma sono veramente troppi i ricordi e credo che ciascuno conservi nel profondo quelli che più lo hanno segnato...per me Varanasi.
Ho detto che di questo viaggio non cambierei niente neanche i disagi...le notti in treno, i pullman stipati di gente e nessuno che si alzi per farti sedere anche se hai il tuo bello zaino sulle spalle e sei una donna, i tuc tuc che sfrecciano e tu rimani aggrappato aspettandoti da un momento all'altro di andare a sbattere, il frastuono dei clacson ininterrotto e assordante, lo smog, la polvere...la puzza.
Sono convinta che tutto questo non sarebbe stato possibile se non avessi incontrato una persona che ha saputo affiancarmi in questa esperienza guidandomi senza interferire, aiutandomi nelle difficoltà senza ammorbidirle,spiegandomi senza cercare di convincermi, senza mai forzare...e guidata da un amore profondo per quel Paese che ti comunica in ogni sua scelta o gesto.
Per questo dico grazie Sara e arrivederci a presto.

Dora


Sono andata nel Tamil Nadu a gennaio 2018 con Rossana, una mia amica e Sara, la nostra guida.
Tre settimanr che ho vissuto con intensità.
India vuol dire non solo un continente, ma un universo, un Paese prima vissuto nell'immginario come altro tra noi e poi, toccato con mano, ancora più lontano dal nostro mondo.
Sara, come Virgilio e Beatrice per Dante, ci ha condotto nelle aspre contraddizioni di quelle terre: bellezze, suoni,sapori vivissimi che impregnano l'aria e ogni nostro senso...e povertà, sporcizia, disgusto appena sfiorati da noi, viziate donne occidentali. Ma sopra ogni altra cosa, Sara ci ha fatto affacciare sulla cultura e la spiritualità di quelle genti, ci ha condotte per mano a, se non a capire, almeno a rispettare, i magici luoghi dove il Divino può assumere le sembianze di una Vacca o di un Fiume.
Mi sono anche ammalata e sono stata amorevolmente presa in carico da Sara che mi ha accompagnato dal vecchio medico dell'Ashram di Sri Aurobindo a Pondicherry. Ho potuto passare il tempo della convalescenza in una casa con una grande terrazza sul tetto da cui potevo osservare l'andamento della vita quotidiana degli indiani che abitavano li'.
I suoni provenivano dai Templi e dalle Moschee, tutto si mescolava in una crescente sinfonia del moderno stare al mondo insieme alla presenza viva del passato di ineguagliabile bellezza...il richiamo di quella civiltà è fortissimo...ci tornerò.

Raffaella



L'India per me è stata:
la danza africana ad Auroville
il Matrimandir, Tempio di Auroville
i letti di giunco con dei bei materassi, una terapia per il mio dolore alle spalle
l'ottimo cibo
il negozio di Fabindia a Pondicherry
il sito di Mamallapuram
il tempio di Tiruvannamalai e l'Aarti, la cerimonia induista all'Ashram di Ramana Maharshi
gli ottimi prezzi
il bianco villone dell'amico di Sara accanto alle capanne
dormire nello stesso letto con Sara (una bella prova per me che amo il letto singolo e magari anche la camera singola)
i viaggi in autobus
le assurde serrature delle porte, non ve le posso spiegare le dovete vedere
le spezie deliziose
i rickshaw e le contrattazioni di Sara per il prezzo
le strade a scorrimento "veloce" con camion, autobus, auto, moto, altri mezzi, carri e trattori stracarichi, mucche, cani, capre un caravanserraglio bello da vedere ma non bisogna avere fretta...
i sari coloratissimi delle donne
i cani affamati e forse rognosi che rovistano nella spazzatura ma non abbaiano mai...quindi in virtù del fatto che i cani sono come i padroni ho dedotto che i nostri cani che hanno tutto sono isterici e quelli indiani invece rilassati come i loro padroni...
i fiori del mercato, i fiori nei capelli delle donne, le ghirlande di fiori intorno al collo delle mucche
le costose bustine di piselli, si vendono confezioni da 10 chicchi di pisello...
i disegni con le polveri colorate (rangoli), un buon augurio davanti alla porta di casa
i giovani indiani, ragazzi e ragazze che nei Templi o durante le feste ti avvicinano per fare delle foto con te...si comincia con 2 persone e 1 foto per arrivare a 10 persone e 20 foto...difficile andar via!
Ma il sale del viaggio è arrivato inaspettato, quando la mia amica si è ammalata di influenza. Siamo state costrette a rimanere 8 giorni a Pondicherry e qui ho vissuto la mia piccola avventura poichè Sara
doveva prendersi cura di Raffaella.
Visitando da sola la cittadina ho scoperto che poteva essere un grande piacere, percorrevo quei 2 Km. dal centro alla casa a piedi. Mi sembrava di essere un'esploratrice.
Andavo all'Ashram, al tempio di Ganesh, cercavo l'Ufficio Postale, i negozi con i prodotti di Auroville, la farmacia, e poi il ristorante dove mangiavo indiano e un giorno sono entrata in uno veramente lussuoso e sola soletta mi sono mangiata un'aragosta, vino bianco e dolce per soli 12 euro.
In queste mie passeggiate cercavo di passare inosservata per prudenza e quindi non ho fatto foto ma ciò che più rimpiango è di aver evitato per timore (non so quanto giustificato) contatti con la gente del posto, una richiesta d'informazioni, una foto insomma qualcosa per entrare in relazione.
Ma la paura si sà, limita la nostra vita.
L'influenza della mia amica e una mia modesta tracheite ci hanno fatto conoscere un aspetto del sistema sanitario in quella parte dell'India...una piacevole scoperta!
Un ambulatorio dell'Ashram modesto nella struttura e nelle attrezzature ma con un bravo medico che ci ha visitato 3 volte in una settimana, prescritto una terapia adeguata (ovvero non sovradimensionata) fornendoci via via il numero preciso di compresse prescritte.
Tutto questo gratuito...potevi lasciare un'offerta in un'apposita scatola prima dell'uscita solo se volevi.
Non so se tornerò in India, però mi sento in sintonia con quello che mi ha raccontato un italiano che ho conosciuto e che vive là...ecco cosa dice:..."quando sono tornato dalla mia prima volta in India ero sconcertato da quello che avevo visto, la povertà estrema, la sporcizia, le malattie...con il passar del tempo l'idea che mi ero fatto dell'India è cambiata e sono riaffiorate alla memoria tutte le sensazioni piacevoli che avevo provato in diverse situazioni...alla fine dopo 2 anni di grande nostalgia ho deciso di ripartire e una volta arrivato ho capito che dovevo rimanere...ormai vivo qui da 25 anni e non mi sono mai pentito della mia scelta".
Questo è quello che posso dire del mio primo viaggio in India.
Un grande grazie a Sara che ha dovuto fronteggiare gli imprevisti causati dalle nostre malattie da lei risolti senza problemi.
Un grazie a Raffaella che  ha risposto subito si alla mia proposta di andare in India e di affrontare un viaggio così impegnativo malgrado non avessimo mai fatto un viaggio insieme.

Rossana